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Ville e Palladianesimo

Andrea Palladio è tra gli architetti che più hanno contribuito alla costruzione del paesaggio del territorio veneto nella Serenissima Repubblica, grazie alla sua particolare sensibilità paesaggistica, che seppe esprimere appieno nella progettazione delle ville rurali.

Vicenza, Villa Capra detta La RotondaVicenza, Villa Capra detta La Rotonda

Palladio valutò con particolare attenzione gli elementi ambientali nella progettazione delle sue ville. Egli elaborò il concetto di «giusto rapporto» tra architettura e paesaggio, sia che la villa fosse collocata sui rilievi collinari pedemontani, sia che si aprisse su orizzonti di terre paludose, prestando molta attenzione al sito e alla topografia. Nelle sue scelte non si limitò ai soli aspetti legati alla salubrità del luogo, ma considerò anche anche quelli inerenti la posizione della villa in senso più ampio, per permettere all'edificio di fare un «bell'effetto», sia in termini di visibilità prospettica, rispetto al suo intorno, sia per il panorama della natura che dall'interno si può godere.
Palladio operò in un periodo di piena ripresa economica, garantita dalla dominazione veneziana, in un momento in cui verso l'entroterra e la produzione agricola cominciavano a rivolgersi gli investimenti di una frangia consistente del patriziato e del ceto mercantile più alto. Seppe dunque proporre ai suoi facoltosi committenti un modello di villa rurale in grado di soddisfare sia le necessità funzionali alla gestione di una proprietà agricola e al governo del territorio circostante, sia le volontà di auto-rappresentazione e le esigenze estetiche e ricreative dei proprietari, esaltando la qualità del soggiornare in campagna.
Fino ad allora nessun architetto aveva avuto tante commissioni di ville e palazzi; Palladio seppe far fronte a tali richieste costruendo un linguaggio architettonico razionale e coerente, basato su un sistema di forme, dimensioni ottimali, proporzioni prefissate e principi da applicare con regolarità, seppure adattabili ai singoli casi. Le numerose variazioni dello schema di villa da lui progettate testimoniano questo particolare approccio, orientato alla sperimentazione tipologica e alla rielaborazione continua dei modelli di architettura classica. Ulteriore elemento vincente, molto apprezzato dalla committenza, era l'impiego di materiali edilizi poveri, che permetteva di contenere i costi, pur senza rinunciare alla monumentalità e alla magniloquenza degli esiti formali.
Il ‘modello' di maggiore successo nella fase matura è costituito dal nucleo centrale della ‘villa-tempio', abbellita da una scala monumentale e coronata da un frontone supportato da colonne su loggia; i portici o barchesse si affiancavano lateralmente al nucleo centrale. Il frontone del prospetto spesso era decorato con le insegne del proprietario, ad annunciare la sua potente presenza nel territorio circostante. Le logge offrivano uno spazio piacevole e ombreggiato per attività conviviali. Le funzioni interne all'edificio erano distribuite sia verticalmente sia orizzontalmente: ambienti di servizio, cucine, dispense, lavanderie e cantine si trovavano al piano terreno; l'ampio spazio del sottotetto veniva impiegato per conservare il prodotto più prezioso, il grano, che allo stesso tempo serviva anche per isolare gli ambienti abitabili sottostanti. Il piano principale era occupato dalla famiglia e dai suoi ospiti, le stanze destinate all'uso pubblico (la loggia e il salone) disposte sull'asse centrale, mentre a destra e a sinistra si sviluppavano sequenze di locali grandi, medi e piccoli, questi ultimi usati talvolta come studi o uffici per l'amministrazione del fondo.
Spesso le ville erano circondate da un cortile recintato. Il «cortivo» comprendeva barchesse, torri colombaie, forni per il pane, pollai, stalle, abitazione per i fattori e per i servitori domestici, stanze per fare il formaggio e cantine per spremere l'uva e conservare il vino. La presenza di giardini e broli (frutteti), di orti di verdure e di spezie, di vasche per i pesci, svolgeva una funzione estetica e ricreativa per i residenti, ma era allo stesso tempo funzionalmente legata all'azienda agricola.